sabato 21 dicembre 2013

La trasparenza nella staticità della Nuova Biblioteca.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
al Consiglio Comunale di Montevarchi del 20 dicembre 2013

PREMESSO CHE

Lo scorso 11 settembre 2013 il sottoscritto, insieme ai colleghi di gruppo e ad alcuni cittadini,ha presentato esposto al Genio Civile di Arezzo dove si richiedeva:

a)       Se da un punto di vista statico la struttura dell’edificio denominato “Ginestra”, su cui verrà realizzata la “nuova Biblioteca di Montevarchi”, è idonea a livello strutturale e secondo la normativa vigente, a poter supportare la nuova destinazione d’uso di biblioteca comunale.

Tale richiesta fu depositata poiché, dall’analisi degli elaborati progettuali pubblicati nel sito Istituzionale dell’Ente, oltre a non essere state rispettate alcune prescrizioni impartite dal tecnico che aveva redatto il collaudo statico della biblioteca, venivano, senza nessuna verifica consultabile, sono state realizzate, all’interno di locali dove la capacità portante dei solai non era di 600 kg/mq (valore stabilito dalla legge) bensì 300 Kg/mq, modifiche nella distribuzione dell’arredo.

A seguito della nostra istanza il Genio Civile di Arezzo, in data 21 ottobre, e dopo aver effettuato un sopralluogo, ha richiesto gli elementi e la documentazione comprovante la corretta applicazione della normativa tecnica vigente in materia di sicurezza sismica della struttura interessata dalla nuova biblioteca. (di cui alleghiamo quale parte integrante la missiva del Genio Civile)

RILEVATO CHE

Il Genio Civile ha espresso che i carichi di esercizio relativi alla destinazione d’uso del fabbricato risultano congruenti con le certificazioni depositate agli atti del nostro ufficio in quanto il Comune, in una nota a firma del sindaco e del dirigente del settore tecnico e non da un ingegnere, ha dichiarato che il progetto è stato opportunamente redatto in modo tale che i sovraccarichi risultassero inferiori ai 300 kg/mq. (di cui alleghiamo quale parte integrante la missiva del Genio Civile)

Pur considerando riduttivo classificare come “Sala di Lettura e Consultazione” e non come Biblioteca un luogo dove, oltre ai tavoli, sono presenti numerosi scaffali per il deposito librario (quantificabili in più 500 ml). Una scelta non da poco che ha permesso, da un punto di vista tecnico/legislativo, di poter effettuare l’opera anche in presenza di solai che potevano al massimo sostenere un sovraccarico massimo di 300 kg/mq anziché i 600 Kg/mq necessari per una biblioteca. Secondo il sottoscritto tali aree sono da considerarsi delle vere e proprie biblioteche (dal vocabolario della lingua italiana come una “Raccolta ordinata di libri di vario genere e destinazione; il luogo adibito alla loro custodia e consultazione) e  non una sala di lettura e consultazione dove i libri dovrebbero essere minimi.

a normativa vigente i 300kg/mq sono equivalenti ad ambienti uso aula scolastica di cui è esperienza comune il numero di alunni ed il numero di libri presenti.

RITENUTO

Di buon senso, sia in termini di sicurezza che di possibile sviluppo futuro della struttura, che tutti i solai interessati fossero stati realizzati in modo tale da poter supportare i 600 kg/mq e non i 300.

CONSIDERATO CHE

Il comune di Montevarchi, stante a quanto dichiarato, avrebbe effettuato successivamente alla richiesta del Genio Civile ulteriori verifiche.

Risulta evidente che la struttura sarà a numero limitato di persone e libri e che tale limitazione dovrà essere garantita e pubblicizzata in aree visibili al pubblico dove dovrà essere costantemente monitorata.

In materia di sicurezza il direttore della biblioteca sarà il responsabile e dovrà sia valutare i rischi sia vigilare affinché vi siano le corrette applicazioni delle procedure e prescrizioni individuate per garantire, nel tempo, gli standard di carichi inferiori ai 300 kg/mq (sia in termini di possibili limitazioni degli accessi e del materiale archiviato sugli scaffali).

Inoltre risulta quantomeno curioso che un'amministrazione pubblica modificando il nome di quella che evidentemente è una biblioteca ma che a Montevarchi si chiamerà sala di lettura riesca ad adoperare parametri più vantaggiosi per il calcolo e le verifiche sulla staticità dell’edificio.

CHIEDO AL SINDACO E ALL’ASSESSORE COMPETENTE

  1. Di rendere trasparente il dettaglio esaustivo delle limitazioni d’uso (sia in termini di numero di persone accoglibili per piano sia in termini di patrimonio librario allocabile sui singoli piani degli scaffali presenti) che sono state introdotte per garantire che nei locali dove non è possibile avere un sovraccarico maggiore di 300 Kg/mq siano rispettate tali prescrizioni.
  2. Quali procedure operative hanno previsto ed impartito agli operatori affinché, al contempo, siano consapevoli delle problematiche e vengano mantenuti nel tempo gli standard di sicurezza di un carico massimo sui solai di 300 kg/mq.

lunedì 16 dicembre 2013

E’ il Consiglio Comunale di Montevarchi che per primo e grazie alla nostra azione approva la Mozione in Difesa del Giudice di Pace

Sfortunatamente nei mesi scorsi, a differenza di quanto sta avvenendo ad Aviano grazie all’azione del socialista Enrico Boemi, non siamo purtroppo riusciti a difendere e salvare la sede distaccata del Tribunale. Una difesa fatta con poco coraggio e convinzione dai massimi esponenti politici locali, che deve far riflettere tutti noi e servici da lezione per il futuro. La battaglia vinta ad Aviano testimonia che vi erano delle possibilità per salvare la sede distaccata del tribunale.

Con l’approvazione, da parte di tutti i componenti del Consiglio Comunale di Montevarchi, della mozione per il salvataggio degli uffici del Giudice di Pace ci auguriamo che possa essere intrapreso un percorso per coinvolgere tutte le amministrazioni valdarnesi  nella difesa di questo importante presidio. La mozione approvata, che verrà discussa a breve anche all’interno dei Consigli Comunali di San Giovanni (grazie a Carbini, Martellini e Pia ) e a Terranuova (grazie a Falsetti), impegna infatti il Sindaco sia ad attivarsi per mantenere in Valdarno la presenza di un ufficio del Giudice di Pace coinvolgendo la Conferenza dei Sindaci, sia ad indire, , una conferenza Capigruppo congiunta dei tre principali Comuni del nostro territorio (Montevarchi, San Giovanni e Terranuova Bracciolini) per cercare d’individuare collegialmente le modalità per mantenere tale servizio.

Abbiamo accolto positivamente la volontà del Sindaco e della maggioranza che oltre ad avvallare la mozione si sono pubblicamente impegnarti a coinvolgere tutte le Amministrazioni valdarnesi nella difesa degli Uffici del Giudice di Pace. Adesso ci auguriamo che anche nei Consigli Comunali di San Giovanni e Terranuova, con il voto favorevole di maggioranza ed opposizione, venga ratificata un’analoga mozione, così da avviare quanto prima un serio confronto tra le forze politiche presenti all’interno delle tre amministrazioni per individuare le migliori sinergie attraverso cui riuscire a mantenere, indipendentemente dalla sua collocazione territoriale, tale importante presidio nel Valdarno.

In questo senso invitiamo il Sindaco e la maggioranza consiliare di Terranuova a stigmatizzare le parole e le riflessioni espresse dall’assessore Enea Barbagli ed a lavorare affinché possa essere raggiunto quest’importante obiettivo. Non riusciamo infatti a comprendere, né tanto meno accettiamo, le parole pronunciate dall’amministratore terranuovese durante una trasmissione sulla giustizia svoltasi su un’emittente locale, perché invece di promuovere la difesa degli Uffici del Giudice di Pace, ha preferito fare un ragionamento meramente campanilistico. Dal mantenimento, nel nostro territorio, di tale servizio ne traggono beneficio tutti gli operatori ed i cittadini della vallata e non solo Montevarchi. Se consideriamo che, in questo momento, tra i Comuni di Montevarchi e Terranuova, è in discussione l’ulteriore attivazione di servizi associati, le parole espresse da Barbagli nei confronti di Montevarchi, oltre ad essere poco rispettose, denotano una mancanza di visione amministrativa e politica complessiva che possono solo che amplificare le tensioni. 

Crediamo che nell’auspicato confronto, tra le tre principali amministrazioni del Valdarno Aretino (Montevarchi, Terranuova e San Giovanni), siano coinvolte tutte le parti sociali ed in particolar modo l’Associazione degli avvocati del Valdarno affinché tutta la comunità si senta parte attiva nella difesa di quest’ultimo presidio di giustizia di prossimità.

Il Gruppo Consiliare

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