sabato 21 dicembre 2013

La trasparenza nella staticità della Nuova Biblioteca.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
al Consiglio Comunale di Montevarchi del 20 dicembre 2013

PREMESSO CHE

Lo scorso 11 settembre 2013 il sottoscritto, insieme ai colleghi di gruppo e ad alcuni cittadini,ha presentato esposto al Genio Civile di Arezzo dove si richiedeva:

a)       Se da un punto di vista statico la struttura dell’edificio denominato “Ginestra”, su cui verrà realizzata la “nuova Biblioteca di Montevarchi”, è idonea a livello strutturale e secondo la normativa vigente, a poter supportare la nuova destinazione d’uso di biblioteca comunale.

Tale richiesta fu depositata poiché, dall’analisi degli elaborati progettuali pubblicati nel sito Istituzionale dell’Ente, oltre a non essere state rispettate alcune prescrizioni impartite dal tecnico che aveva redatto il collaudo statico della biblioteca, venivano, senza nessuna verifica consultabile, sono state realizzate, all’interno di locali dove la capacità portante dei solai non era di 600 kg/mq (valore stabilito dalla legge) bensì 300 Kg/mq, modifiche nella distribuzione dell’arredo.

A seguito della nostra istanza il Genio Civile di Arezzo, in data 21 ottobre, e dopo aver effettuato un sopralluogo, ha richiesto gli elementi e la documentazione comprovante la corretta applicazione della normativa tecnica vigente in materia di sicurezza sismica della struttura interessata dalla nuova biblioteca. (di cui alleghiamo quale parte integrante la missiva del Genio Civile)

RILEVATO CHE

Il Genio Civile ha espresso che i carichi di esercizio relativi alla destinazione d’uso del fabbricato risultano congruenti con le certificazioni depositate agli atti del nostro ufficio in quanto il Comune, in una nota a firma del sindaco e del dirigente del settore tecnico e non da un ingegnere, ha dichiarato che il progetto è stato opportunamente redatto in modo tale che i sovraccarichi risultassero inferiori ai 300 kg/mq. (di cui alleghiamo quale parte integrante la missiva del Genio Civile)

Pur considerando riduttivo classificare come “Sala di Lettura e Consultazione” e non come Biblioteca un luogo dove, oltre ai tavoli, sono presenti numerosi scaffali per il deposito librario (quantificabili in più 500 ml). Una scelta non da poco che ha permesso, da un punto di vista tecnico/legislativo, di poter effettuare l’opera anche in presenza di solai che potevano al massimo sostenere un sovraccarico massimo di 300 kg/mq anziché i 600 Kg/mq necessari per una biblioteca. Secondo il sottoscritto tali aree sono da considerarsi delle vere e proprie biblioteche (dal vocabolario della lingua italiana come una “Raccolta ordinata di libri di vario genere e destinazione; il luogo adibito alla loro custodia e consultazione) e  non una sala di lettura e consultazione dove i libri dovrebbero essere minimi.

a normativa vigente i 300kg/mq sono equivalenti ad ambienti uso aula scolastica di cui è esperienza comune il numero di alunni ed il numero di libri presenti.

RITENUTO

Di buon senso, sia in termini di sicurezza che di possibile sviluppo futuro della struttura, che tutti i solai interessati fossero stati realizzati in modo tale da poter supportare i 600 kg/mq e non i 300.

CONSIDERATO CHE

Il comune di Montevarchi, stante a quanto dichiarato, avrebbe effettuato successivamente alla richiesta del Genio Civile ulteriori verifiche.

Risulta evidente che la struttura sarà a numero limitato di persone e libri e che tale limitazione dovrà essere garantita e pubblicizzata in aree visibili al pubblico dove dovrà essere costantemente monitorata.

In materia di sicurezza il direttore della biblioteca sarà il responsabile e dovrà sia valutare i rischi sia vigilare affinché vi siano le corrette applicazioni delle procedure e prescrizioni individuate per garantire, nel tempo, gli standard di carichi inferiori ai 300 kg/mq (sia in termini di possibili limitazioni degli accessi e del materiale archiviato sugli scaffali).

Inoltre risulta quantomeno curioso che un'amministrazione pubblica modificando il nome di quella che evidentemente è una biblioteca ma che a Montevarchi si chiamerà sala di lettura riesca ad adoperare parametri più vantaggiosi per il calcolo e le verifiche sulla staticità dell’edificio.

CHIEDO AL SINDACO E ALL’ASSESSORE COMPETENTE

  1. Di rendere trasparente il dettaglio esaustivo delle limitazioni d’uso (sia in termini di numero di persone accoglibili per piano sia in termini di patrimonio librario allocabile sui singoli piani degli scaffali presenti) che sono state introdotte per garantire che nei locali dove non è possibile avere un sovraccarico maggiore di 300 Kg/mq siano rispettate tali prescrizioni.
  2. Quali procedure operative hanno previsto ed impartito agli operatori affinché, al contempo, siano consapevoli delle problematiche e vengano mantenuti nel tempo gli standard di sicurezza di un carico massimo sui solai di 300 kg/mq.

lunedì 16 dicembre 2013

E’ il Consiglio Comunale di Montevarchi che per primo e grazie alla nostra azione approva la Mozione in Difesa del Giudice di Pace

Sfortunatamente nei mesi scorsi, a differenza di quanto sta avvenendo ad Aviano grazie all’azione del socialista Enrico Boemi, non siamo purtroppo riusciti a difendere e salvare la sede distaccata del Tribunale. Una difesa fatta con poco coraggio e convinzione dai massimi esponenti politici locali, che deve far riflettere tutti noi e servici da lezione per il futuro. La battaglia vinta ad Aviano testimonia che vi erano delle possibilità per salvare la sede distaccata del tribunale.

Con l’approvazione, da parte di tutti i componenti del Consiglio Comunale di Montevarchi, della mozione per il salvataggio degli uffici del Giudice di Pace ci auguriamo che possa essere intrapreso un percorso per coinvolgere tutte le amministrazioni valdarnesi  nella difesa di questo importante presidio. La mozione approvata, che verrà discussa a breve anche all’interno dei Consigli Comunali di San Giovanni (grazie a Carbini, Martellini e Pia ) e a Terranuova (grazie a Falsetti), impegna infatti il Sindaco sia ad attivarsi per mantenere in Valdarno la presenza di un ufficio del Giudice di Pace coinvolgendo la Conferenza dei Sindaci, sia ad indire, , una conferenza Capigruppo congiunta dei tre principali Comuni del nostro territorio (Montevarchi, San Giovanni e Terranuova Bracciolini) per cercare d’individuare collegialmente le modalità per mantenere tale servizio.

Abbiamo accolto positivamente la volontà del Sindaco e della maggioranza che oltre ad avvallare la mozione si sono pubblicamente impegnarti a coinvolgere tutte le Amministrazioni valdarnesi nella difesa degli Uffici del Giudice di Pace. Adesso ci auguriamo che anche nei Consigli Comunali di San Giovanni e Terranuova, con il voto favorevole di maggioranza ed opposizione, venga ratificata un’analoga mozione, così da avviare quanto prima un serio confronto tra le forze politiche presenti all’interno delle tre amministrazioni per individuare le migliori sinergie attraverso cui riuscire a mantenere, indipendentemente dalla sua collocazione territoriale, tale importante presidio nel Valdarno.

In questo senso invitiamo il Sindaco e la maggioranza consiliare di Terranuova a stigmatizzare le parole e le riflessioni espresse dall’assessore Enea Barbagli ed a lavorare affinché possa essere raggiunto quest’importante obiettivo. Non riusciamo infatti a comprendere, né tanto meno accettiamo, le parole pronunciate dall’amministratore terranuovese durante una trasmissione sulla giustizia svoltasi su un’emittente locale, perché invece di promuovere la difesa degli Uffici del Giudice di Pace, ha preferito fare un ragionamento meramente campanilistico. Dal mantenimento, nel nostro territorio, di tale servizio ne traggono beneficio tutti gli operatori ed i cittadini della vallata e non solo Montevarchi. Se consideriamo che, in questo momento, tra i Comuni di Montevarchi e Terranuova, è in discussione l’ulteriore attivazione di servizi associati, le parole espresse da Barbagli nei confronti di Montevarchi, oltre ad essere poco rispettose, denotano una mancanza di visione amministrativa e politica complessiva che possono solo che amplificare le tensioni. 

Crediamo che nell’auspicato confronto, tra le tre principali amministrazioni del Valdarno Aretino (Montevarchi, Terranuova e San Giovanni), siano coinvolte tutte le parti sociali ed in particolar modo l’Associazione degli avvocati del Valdarno affinché tutta la comunità si senta parte attiva nella difesa di quest’ultimo presidio di giustizia di prossimità.

Il Gruppo Consiliare

martedì 26 novembre 2013

Opache trasparenze sulla gestione della nuova biblioteca

La nuova biblioteca sta per essere aperta, viene annunciata l'apertura contestuale di un Centro Culturale denominato Fabbrica della Conoscenza, e veniamo a conoscenza, tramite una comunicazione ufficiale di un membro del Consiglio della Biblioteca, che il Consiglio stesso non è stato più convocato dal giugno scorso, nonostante vari membri avessero richiesto esplicitamente che fosse riunito proprio per affrontare temi urgenti come il trasloco alla nuova sede, la campagna di sensibilizzazione e promozione della nuova biblioteca, il tema degli orari di apertura e della gestione di tutto il sistema e la questione della sicurezza statica dopo che era emersa la difformità del progetto rispetto a delle prescrizioni contenute nel collaudo della struttura.
Non conosciamo i motivi di quello che si configura come un'evidente azione di ostruzionismo da parte del presidente del Consiglio della Biblioteca, come non conosciamo ancora il piano di costi e di gestione dei nuovi servizi della nuova struttura, più volte richiesti alla Giunta ed all'Assessore alla Cultura, e che ci auguriamo saranno forniti finalmente nella prossima seduta del Consiglio Comunale in forma di risposta alla nostra ennesima interrogazione.

Non si può parlare soltanto di trasparenza nei convegni e nei seminari: la trasparenza amministrativa è un metodo di governo che probabilmente questa amministrazione ancora non ha pienamente recepito.

Si prenda proprio il caso del nuovo Centro Culturale della Ginestra: tutti ci auguriamo a questo punto, visti gli importi che sono stati investiti, che la Nuova Biblioteca diventi davvero un centro di aggregazione culturale per tutto il territorio. A tal proposito, ci sarebbe piaciuto conoscere il numero degli attuali frequentatori della biblioteca, il tasso di prestito librario ed altri indicatori che, siamo convinti, l'Amministrazione e l'ufficio cultura hanno e che farebbero bene a pubblicare, o se sono già pubblicati all'interno del sito istituzionale a bene indicare, per poterli così confrontare il prossimo anno con quelli generati dal nuovo Centro. Il Consiglio della Biblioteca ha questi numeri? Esiste un rapporto che indica come e con quali azioni si intenda promuovere e favorire la partecipazione di famiglie, scuole, bambini ecc. ecc. alle nuove opportunità offerte della Nuova Biblioteca?

A quanto abbiamo visto nel corso della presentazione della Nuova Biblioteca lo scorso Martedì 19, gli oltre 300.000 euro spesi negli ultimi anni nella promozione di eventi allo scopo di creare una nuova identità alla Ginestra a conti fatti hanno generato soltanto un'associazione.

Alla presentazione di un Centro Culturale che ha l'ambizione di essere il luogo dove far convivere, di nuovo: giovani, bambini, famiglie, associazioni, studenti, artisti e cittadini, erano presenti in pratica solo gran parte degli attuali utilizzatori, alcuni responsabili del personale e pochi altri. Non abbiamo visto, purtroppo, la società civile, quella comunità che dovrà animare la Ginestra nel prossimo futuro.

Per questo crediamo che la priorità sia informare e rendere partecipi i cittadini circa i piani di studio delle politiche del nuovo Centro, con cifre scritte nero su bianco, illustrare i piani di gestione e dei costi, dare comunicazioni agli organi di controllo puntuali e tempestive, rispondere alle interrogazioni contestuali o al massimo entro 30 giorni come da termini di legge, ottemperare senza indugi alle impegnative votate al Consiglio Comunale: questa è trasparenza, questo è il minimo sindacale per una giunta che si definisce di sinistra e progressista.
Dal confronto costruttivo e dalla trasparenza delle azioni tutti ne trarranno benefici: per questo invitiamo il sindaco, l’assessore e la maggioranza ad avviare un confronto a tutto tondo per dare a questo progetto la possibilità di avere un futuro.

venerdì 15 novembre 2013

E' ancora possibile mantenere un Giudice di Pace in Valdarno?

Il grido d’allarme lanciato, nei giorni scorsi, dall’Associazione degli Avvocati del Valdarno intorno alla possibile chiusura degli Uffici del Giudice di Pace che avviene dopo la soppressione della sezione del tribunale di Montevarchi non può che essere ascoltato.
Crediamo che la politica non debba rimanere silente rispetto alle sollecitazioni che arrivano dallassociazione degli avvocati  perché, con la difesa degli uffici del Giudice di Pace, non solo difendiamo un servizio di primaria importanza, ma rivendichiamo lesigenza che nel nostro territorio siano preservate quelle strutture che erogano servizi di stretta competenza statale. Non possiamo, in segno di fantomatiche razionalizzazioni e non certificati risparmi, accettare che il Valdarno sia impoverito di ulteriori servizi.
Riteniamo che l’appello degli avvocati valdarnesi debba essere recepito dalle Istituzioni Locali e siamo convinti che, per mantenere almeno una sede del Giudice di Pace, occorra fare di tutto, compreso contribuire con risorse derivanti dai bilanci dei nostri Enti. Intorno a questo tema ed in generale tutti quelli che riguardano la qualità e la quantità di servizi erogati ai cittadini sentiamo, inoltre, lesigenza che vi sia un dibattito ed un confronto tra tutte le forze presenti all’interno delle Istituzioni dei maggiori centri del nostro territorio perché il tutto non deve rimanere all’interno delle stanze dei primi cittadini.
Noi siamo convinti che, nei prossimi anni, il Giudice di Pace dovrà svolgere nuove ed ulteriori funzioni nel campo giudiziario ed è per questo che siamo pronti, con gli strumenti dindirizzo e controllo che ci competono come Consiglieri Comunali, ad unirci nella lotta portata avanti dagli avvocati Valdarnesi.
Con questo spirito i consiglieri comunali Fabio Camiciottoli, Mauro Buffoni e Flavio Nardi del Gruppo Democratici e Progressisti di Montevarchi, Francesco Carbini del Gruppo Consiliare Cresce San Giovanni , Samuele Falsetti e Simona Pesci del Gruppo Centro Sinistra per Terranuova hanno condiviso una mozione che porteranno all’attenzione dei rispettivi Consigli Comunali.
Ci auguriamo che la nostra mozione possa trovare consenso unanime e che si possa, partendo dalla difesa degli Uffici del Giudice di Pace,  avviare una nuova stagione dove i servizi territoriali siano difesi collegialmente e con più partecipazione fuori da strette logiche di campanile.

Alla presente si allega testo della mozione che verrà presentato.

OGGETTO: AZIONE CONGIUNTA PER IL MANTENIMENTO DEGLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE

PREMESSO CHE

con la chiusura della sede distaccata del tribunale di Montevarchi, avvenuta nel corso del mese di settembre, nel Valdarno, salvo future ed auspicabili modiche legislative in merito all’organizzazione della Giustizia, è venuto meno un importante presidio territoriale e un rilevante servizio
con il decreto legislativo n. 156/2012  si sopprime 667 uffici del giudice di pace, su un totale di 846 uffici. Resteranno in funzione 178 uffici, di cui 134 presso sedi circondariali e 44 presso sedi non più facenti capo ad un circondario di tribunale.
allo stato attuale nel nostro territorio sono presenti due uffici del Giudice di Pace ubicati rispettivamente a Montevarchi e a San Giovanni Valdarno che, stante alle normative attualmente in vigore, sono destinati ad essere chiusi il 30 aprile del 2014.
gli Enti locali del nostro territorio (il Valdarno), in base all’ordinamento attuale, avrebbero la possibilità, accorpando le due strutture presenti e facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio di giustizia, di mantenere e preservare un Ufficio del Giudice di Pace nel nostro comprensorio del Valdarno.

RICORDATO CHE

sia i sindaci dei centri più importanti del Valdarno aretino sia alcuni consiglieri regionali della Vallata si sono spesi pubblicamente, anche se purtroppo il Consiglio Regionale non ha approvato la proposta di referendum abrogativo in merito alla legge Severino (a causa dell’astensione della maggioranza), per il mantenimento degli uffici giudiziari periferici.
nei mesi scorsi molti Consigli Comunali della vallata hanno licenziato importanti atti per la salvaguardia della Giustizia di prossimità ed il mantenimento dei servizi giudiziari erogati nel nostro territorio.

CONSIDERATO CHE


gli Enti Locali interessati, anche consorziati tra loro, possono richiedere il mantenimento degli uffici del Giudice di Pace tuttora esistenti con competenza sui rispettivi territori di cui è proposta la soppressione, anche tramite eventuale loro accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che dovrà essere messo a disposizione dagli Enti medesimi con il solo obbligo finanziario da parte del Ministero di procedere alla loro formazione. Il Ministero di Grazia e Giustizia, valutata la rispondenza delle richieste e degli impegni pervenuti, apporta con proprio Decreto la conseguente modifica alla Tabella degli uffici del Giudice di Pace oggetto di soppressione. Qualora l’Ente o gli Enti locali consorziati non rispettino gli impegni presi relativi al personale amministrativo e alle spese, per un periodo superiore a un anno, il relativo ufficio del Giudice di Pace verrà conseguentemente e definitivamente soppresso.
è da ritenersi strategico, anche per le trasformazioni in atto nel campo giudiziario, far sì che i sindaci del Valdarno (espressione tutti di un unico partito) promuovano azioni comuni che permettano di mantenere una sede distaccata del Giudice di Pace perché nei prossimi anni potrebbero essere attribuite, a tali figure, nuove ed ulteriori funzioni.
contro la soppressione degli uffici del Giudice di Pace si è espressa, nei giorni scorsi l’associazione valdarnese degli avvocati. L’associazione ha dichiarato che dopo la soppressione della sezione del tribunale, a Montevarchi occorrerebbe, almeno, continuare a mantenere l'ufficio del giudice di pace ed ha invitato le amministrazioni comunali ad effettuare una scelta condivisa e a reperire risorse per mantenere un presidio di Giustizia in Valdarno. Infine ha dichiarato che è pronta ad affiancare i Comuni in questa battaglia.
la Conferenza dei Sindaci del Valdarno, organismo già in essere, composta da tutti i Comuni della vallata, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi o in un’unica sede, ivi incluso il fabbisogno di personale, potrebbero garantire la presenza di almeno un Ufficio del Giudice di Pace;
le Amministrazioni Comunali del nostro territorio diano prova di voler affrontare la problematica in un’ottica  territoriale

RITENUTO 

opportuno e necessario, per gli scriventi firmatari della presente mozione, che i circa 100 mila abitanti del nostro territorio abbiano almeno a disposizione un ufficio del Giudice di Pace.

Tutto ciò premesso e considerato, lo scrivente Consigliere Comunale,

IMPEGNA IL SINDACO

con uno specifico mandato ad attivarsi per mantenere in Valdarno la presenza di un ufficio del Giudice di Pace da perseguire, intraprendendo un’azione nei confronti della Conferenza dei Sindaci ed in generale verso tutti i primi cittadini del nostro territorio per trovare le forme per mantenere quest’importante servizio e presidio.

IMPEGNA ALTRESI’ IL SINDACO ED IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

ad attivarsi affinché possa essere indetta, tra i tre principali Comuni del nostro territorio (Montevarchi, San Giovanni e Terranuova Bracciolini), una conferenza Capigruppo congiunta nella quale possano essere individuate, da tutti i soggetti Istituzionali e non solo dai Sindaci, le più opportune iniziative per trovare le modalità per mantenere un servizio così importante.

martedì 12 novembre 2013

Riusciranno i funzionari del Genio Civile ad ottenere risposte dalla maggioranza silenziosa del Comune di Montevarchi?

Come annunciato nel corso del dibattito Consiliare sulla mozione inerente la nuova biblioteca (discussione avvenuta nella seduta dello scorso 11 luglio) il gruppo dei Democratici e Progressisti, insieme ad alcuni cittadini, ha presentato un esposto al Genio Civile riguardo le criticità emerse in merito alla questione della sicurezza statica della Nuova Biblioteca alla Ginestra.

Sulla questione, l'amministrazione si era dimostrata per niente disponibile a chiarire nel merito gli aspetti e i dubbi sollevati dai Consiglieri Comunali riguardo alla sicurezza statica ed alla dislocazione delle strutture ai piani primo e secondo della Nuova Biblioteca.

É di questi giorni la risposta del Genio Civile, che alleghiamo in calce. Una lettera nella quale, a seguito di un sopralluogo effettuato lo scorso 16 ottobre, si chiede all'amministrazione di fornire una serie di chiarimenti in merito alle verifiche statiche effettuate rispetto alle normative in vigore. Con tale lettera di fatto sono confermati i nostri dubbi e la necessità di approfondimento e di chiarezza.
Ci auguriamo che, questa volta, di fronte alla richiesta di un'autoritá come quella del Genio Civile, l'Amministrazione si adoperi per rispondere al piú presto fornendo i chiarimenti richiesti.
Da parte nostra, come Gruppo dei Democratici e Progressisti, chiederemo conto nella prossima seduta del Consiglio se e come é stato risposto alle questioni poste dal Genio, e di aggiornare la cittadinanza sulle previsioni riguardo l'apertura della nuova Biblioteca e sulla sua gestione. Vorremmo sottolineare che questo non é che uno dei tanti episodi in cui la Giunta e la maggioranza che governa Montevarchi hanno disatteso, nei fatti, i piú elementari principi di trasparenza istituzionale. Non avremmo mai immaginato di dover ricorrere ad esposti e carte bollate per vedere rispettato un principio fondamentale come quello della trasparenza.
Un'amministrazione che si appresta a celebrare in un convegno il prossimo 22 novembre il nuovo sito del Comune al centro del quale - si dice - sono posti proprio la trasparenza ed i social network, nei fatti non risponde alle domande, legittime ed elementari, che l'opposizione pone ad ogni seduta proprio su argomenti che sono fondamentali per un'amministrazione che si dica trasparente non solo a parole, garantendo così chiarezza rispetto alle scelte e ai progetti di questa Giunta; purtroppo queste domande cadono quasi sempre o nel vuoto, o nel dimenticatoio.

Ad esempio, sono più di due anni che chiediamo un business plan sui costi di gestione della Nuova Biblioteca, documento che un’amministrazione previdente avrebbe dovuto preparare prima del progetto esecutivo e non dopo, ed ancora siamo senza risposta. Nel corso del dibattito su questo tema, avevamo fatto anche approvare il 14 luglio scorso una risoluzione nella quale si “Impegnava il Sindaco a concordare con il presidente della Commissione 1 (bilancio) ed il presidente della Commissione 3 (cultura) una seduta congiunta, entro le ferie estive ... per la presentazione del progetto esecutivo di gestione del Centro Culturale”. Le ferie estive sono passate, fra un po’ ci saranno quelle di Natale, ed ancora non è stato comunicato niente. Come sono due anni che attendiamo uno straccio di piano operativo basato su numeri effettivi, sulla gestione della Farmacia Comunale e sulle strategie che si intendono attuare per risanarla, ed anche su questo tema, nessuna risposta.
Proveremo dunque a postare queste domande sul profilo Facebook del Comune, confidando che qualcuno dell'amministrazione si degni di rispondere.
Sperando che, su Facebook, i cittadini siano meno distratti e si accorgano di come si stanno operando, da parte di questa Amministrazione, scelte che, nel prossimo futuro, porteranno ad un'inevitabile aumento di imposte.

Il gruppo consiliare


venerdì 11 ottobre 2013

I sindaci del Valdarno diano prova di collegialità andando oltre i campanilismi per salvaguardare la presenza del Giudice di Pace

Purtroppo la sede del tribunale di Montevarchi è stata definitivamente chiusa ed a nulla son valse le numerose proteste di sindaci ed esponenti politici locali. Purtroppo anche la Regione Toscana, o meglio il Consiglio Regionale Toscano, non ha ritenuto opportuno, a differenza di altre cinque Regioni, perseguire la strada del referendum abrogativo della legge Severino confermando, di fatto, le azioni intraprese da molti sindaci e, come nel caso del tribunale di Montevarchi, anche di un Consigliere Regionale. Con la riforma in atto adesso si profila anche la chiusura dei due uffici del Giudice di Pace presenti nel Valdarno (ubicati a Montevarchi ed a San Giovanni) se il territorio non riesce, mettendo da una parte i campanilismi, ad individuare un’unica sede e a contribuire alla copertura delle spese di funzionamento.
Il mantenimento in Valdarno di un presidio del Giudice di Pace deve essere un obiettivo da perseguire perché sicuramente, nel prossimo futuro, a tali istituti verranno attribuiti funzioni e compiti di primaria importanza tanto da poter svolgere funzioni di “giustizia di prossimità”. Con questa consapevolezza credo che i sindaci del Valdarno diano finalmente dimostrazione di collegialità effettuando una scelta chiara e condivisa per non farsi trovare nuovamente impreparati e per evitare di gridare in futuro allo scandalo. I sindaci del Valdarno, facendo pure parte del medesimo partito che è a capo della provincia, della regione e, seppur in coabitazione, del governo nazionale, riusciranno a trovare una quadra mettendo da parte i campanilismi per accordarsi sulla scelta migliore per la comunità valdarnese nel suo complesso?
Con questa consapevolezza abbiamo presentato, al sindaco F.M. Grasso nello scorso Consiglio del 30, un’interrogazione a risposta scritta alla quale speriamo vivamente che il Sindaco non solo dia risposta ma persegua la salvaguardia di un presidio del Giudice di Pace.
Siamo certi che imporrà il tema ai suoi colleghi di partito e di amministrazione, dato che nel Valdarno e nel Partito Democratico è un protagonista e non un comprimario.



Fabio Camiciottoli

sabato 5 ottobre 2013

Qualche domanda a FM Grasso in merito alla ristrutturazione della A.F. Montevarchi

Lunedì sera il Consiglio Comunale  ha confermato il piano di risanamento elaborato dal CdA della Azienda Farmaceutica; una conferma data evidentemente sulla fiducia, visto che, ad eccezione  della riduzione di personale e della conversione del leasing in mutuo,  nessuno conosce i dettagli operativi e le linee guida del piano, tanto è vero che alcuni Consiglieri di maggioranza, per onestà intellettuale, si sono rifiutati di votarlo ritenendo insufficienti gli elementi forniti dal CdA. Non vorremmo pensare che tale documento non esista e che quindi le scelte attuali siano state improvvisate, non studiate e figlie dell’esigenza del momento o peggio ancora di scelte arbitrarie ed unilaterali  del CdA.
A tale proposito, quale elemento di trasparenza, il presidente del CdA dovrebbe pubblicamente rispondere a questi quesiti, che saranno sicuramente presenti o facilmente deducibili dal piano di risanamento elaborato dal CdA stesso:
  • Dopo aver deciso di non rinnovare i contratti a termine perché onerosi, riducendo di fatto il personale da 22 a 16 unità, il CdA ha puntato su nuove assunzioni per il progetto celiaci che doveva far crescere il fatturato. Che risultati ha prodotto questa decisione?
  • Si ha un prospetto di vendite, con relativo dettaglio costi/ricavi, del settore celiachia?
  • Quali sono i rendimenti attesi, in termine di utile operativo, dei vari punti vendita, previsti per l’anno in corso e per l’anno 2014?
  • Si conosce la serie storica dei costi relativi all’acquisto del venduto, soprattutto per gli anni 2011, 2012 e 2013?
  • Non è chiaro, dopo la recente riduzione del personale, quale sarà il nuovo organigramma del personale. Saranno confermati, o prorogati i contratti a tempo determinato? Sono previste ulteriori riduzioni di personale o nuove assunzioni nei prossimi 12 mesi?
  • E’ vero che nel 2012 il CdA aveva consegnato alla Commissione Consiliare un prospetto di chiusura di bilancio in attivo?
  • Quali sono gli eventi che hanno determinato invece una perdita di 95 mila euro?
  • Quali azioni sono state intraprese per la vendita dell’immobile ex sede della farmacia oltre all’apposizione di un anonimo cartello “vendesi” sulla facciata?
  • Pensate di rimodulare la determinazione del canone di Servizio sull’esempio con cui è stato determinato dal Comune di Terranuova?
  • E’ vero che il passaggio da leasing a mutuo del contratto per l’acquisto della nuova sede è costato più di 100.000 euro di penali? Che scadenza ha il mutuo?
  • Con quali risorse si pensa di coprire le perdite degli ultimi tre anni?
  • E’ stata presa in considerazione la vendita di una quota al Comune di Terranuova nell’ottica di pareggiare le perdite pari a circa 450.000 euro?
  • A quanto ammontano le spese per le Consulenze esterne?
Noi riteniamo che l’interesse dei cittadini sia tutelato da una farmacia comunale pubblica che riesca a calmierare i prezzi, dare opportunità e agevolazioni alle persone meno abbienti, effettuare servizi migliori da un punto di vista quantitativo e qualitativo. In quest’ottica occorrerebbe che il CdA, oltre a rispondere personalmente alle domande che abbiamo elencato, esponesse pubblicamente o in sede istituzionale le politiche di risanamento adottate, supportate dai numeri che aiutino a valutare il peso delle eventuali migliorie introdotte. Vorremmo ricordare  che le società partecipate non sono un corpo estraneo all’Amministrazione: la Farmacia è un patrimonio del Comune e di tutti i cittadini e la sua vita amministrativa e le linee strategiche operative devono essere orientate alla massima trasparenza,  perché non è solo cosa della maggioranza, ma un bene comune che deve essere tutelato e preservato con la  massima attenzione.


Il gruppo consiliare

                                               

mercoledì 25 settembre 2013

AFM spa un cambio di passo inevitabile

Mozione presentata per il prossimo consiglio comunale del 30 settembre 2013

Premesso
che l'A.F. Montevarchi è una società a intero capitale pubblico partecipata al 99% dal comune di Montevarchi e dal 1% dal comune di Terranuova Bracciolini, che negli ultimi anni ha registrato una perdita d’esercizio di euro 211.145,00 nel 2010 e di euro 162.923,00 nel 2011.

che nella seduta del 29 febbraio 2012 il Consiglio Comunale di Montevarchi ha deliberato, a seguito di una mozione presentata dal Gruppo Democratici e Progressisti, di impegnare il CDA dell’A.F. Montevarchi a redigere un piano di azioni finalizzate al prospettato pareggio di bilancio entro il 2012.

che il sindaco del Comune di Montevarchi, in un’intervista pubblicata il 27 novembre 2012 aveva dichiarato che “il Consiglio di Amministrazione ha presentato i risultati finanziari al 30 settembre: il trend di miglioramento è pari ad almeno 100 mila euro. E l'obiettivo è di arrivare al pareggio di bilancio entro la fine dell'anno: il terzo anno di passivo consecutivo, infatti, porterebbe alla messa in vendita di quote azionarie anche ai privati”.

Rilevato che
a differenza di quanto dichiarato pubblicamente dal Sindaco non si è registrato il pareggio di bilancio in quanto anche nell’esercizio 2012 si sono registrate importanti perdite quantificate in euro 95.459,00.

che il CDA, in carica dal maggio 2011, purtroppo, dopo tanti impegni e rassicurazioni, non è riuscito a raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio richiesto dal Sindaco e dal Consiglio Comunale.

Ricordato inoltre
che il CDA nel proprio mandato ha compiuto scelte ondivaghe, quale ad esempio il mancato rinnovo dei contratti a termine con successive assunzioni di personale a tempo determinato (tramite concorsi che hanno fatto molto discutere anche all’interno del Consiglio), che testimoniano la poca capacità amministrativa e gestionale.

Considerato 
che le  attuali criticità economiche sono da imputare principalmente a scelte di sviluppo aziendale (quali ad esempio il leasing per l’acquisto del nuovo stabile e l’apertura del punto vendita di La Penna), alla mancata vendita dell’immobile ex-Albergo Vapore che il Comune intendeva acquisire, e dell’oneroso contratto di servizio che il socio (comune stesso) ha imposto all’azienda.

Rilevato
che il Consiglio Comunale nel 2012 pur avendo constato le difficoltà economiche della società non ha dato mandato al sindaco né a rivedere l’oneroso contratto di servizio né a vendere l’immobile (ex-Albergo Vapore) di proprietà della A.F. Montevarchi destinato all’attuazione del progetto PIUSS.

Ritenuto 
che il canone di servizio applicato dal Comune nei confronti dell'A.F. Montevarchi è al contempo poco in linea con la normativa attuale e formalmente sbagliato perché l'individuazione del valore è legato al fatturato e non agli utili ottenuti dalla Società.


Appurato
dalla lettura delle missive inviate dai dipendenti dell’azienda in data 14 giugno 2013 e dal presidente provinciale della UILTuCS (27 giugno 2013) che si è instaurato, tra il presidente del CDA e i lavoratori, un alto livello di conflittualità che non favorisce né la crescita dell'azienda né un maggior grado di efficienza.

Appreso
dalle dichiarazioni della UILTuCS, non smentite né dal CdA della AFM spa né dall’amministrazione comunale, che vi siano stati importanti aumenti delle consulenze esterne (400%) che risultano essere poco confacenti con il bilancio attuale. Tali elementi inequivocabilmente testimoniano la poca efficienza e qualità del CdA.

Preso atto
che il Sindaco ha permesso al CDA, a differenza di quanto deliberato dal consiglio comunale, di attuare una ristrutturazione aziendale che prevede tra l’altro dei licenziamenti senza una preventiva discussione in Consiglio Comunale.

delle dichiarazioni della CGIL che ha chiamato l'Amministrazione ad una forte assunzione di responsabilità.

che il Sindaco e il Presidente del Consiglio pur essendosi, all’interno della capigruppo, resi disponibili ad inserire uno specifico punto all’O.d.G del Consiglio Comunale per discutere della ristrutturazione in atto nella farmacia non hanno ottemperato a quanto concertato

Tutto ciò premesso, constatato il Consiglio Comunale


IMPEGNA IL SINDACO  ANCHE NELLA SUA QUALITA’ DI SOCIO DELL’AZIENDA FARMACEUTICA S.p.A DI MONTEVARCHI



  1. A revocare il CDA e ad individuare un amministratore unico, di comprovata esperienza sia manageriale che gestionale, che abbia un preciso mandato ad elaborare entro sessanta giorni un articolato piano di azioni per raggiungere il pareggio di bilancio da presentare all’attenzione del Consiglio Comunale.
  2. A perseguire la sostituzione del collegio dei revisori con un revisore unico.
  3. A rivedere il contratto di servizio in essere al fine di poter incentivare sia il pareggio di bilancio che un'analisi sulla sua applicabilità.
  4. A sospendere ogni azioni di ristrutturazione aziendale intrapresa dall’attuale CdA.
Il Gruppo Consiliare

venerdì 31 maggio 2013

Antistadio: mozione presentata in consiglio per richiedere convocazione Commissione n.2



  • Constatato che il comitato formatosi per fermare la cessione dell’antistadio ha raccolto un quantitativo sufficiente di firme con l’obiettivo di indire un referendum volto ad abrogare gli atti amministrativi che rendono possibile l’alienazione del bene.
  • Preso atto che la vendita dell’antistadio ha suscitato nella cittadinanza un grande interesse e creato una forte preoccupazione nelle famiglie dei ragazzi che usufruiscono di tale struttura: preoccupazione testimoniata anche nelle affermazioni pubbliche del Presidente dell’Aquila Calcio Gherardo Iannelli.
  • Constatato che tale struttura sportiva è ubicata in una posizione centrale all’interno della città.
  • Rilevato che recentemente vi sono state proposte per sostituire la cessione dell’antistadio fissata nell’appalto del centro storico ( vedi proposta dal consigliere Bucci dello scorso 13 aprile).
  • Preso atto che il capogruppo del gruppo consiliare del PD Alessandro Bencini il 22 aprile in un’intervista per mezzo stampa ha dichiarato : Tra i progetti finanziati con i fondi PIUSS, l’operazione che riguarda le strade e le piazze dell’ovale storico è sicuramente il più importante e carico di significato[…]La complessità tecnica dei lavori necessita soluzioni radicali, capaci di intercettare e risolvere le necessità accumulate nel tempo. Per questo ritengo indispensabile che in cantieri, ormai in fase di apertura, realizzino le attese dei cittadini, che è poi anche la finalità per cui è nato il progetto. In caso contrario il sacrificio degli abitanti e degli esercenti, che pure ci sarà, non avrebbe senso. L’intervento dovrà andare a toccare i sottoservizi, compreso il rifacimento della rete fognaria, e non dovrà limitarsi alla pavimentazione ed all’interramento di tubi e cavi[…] D’altronde la politica ha un compito : farsi carico delle decisioni, ma solo dopo aver valutato e ponderato i costi ed i benefici per l’intera collettività[…] La vicenda antistadio è delicata perché tocca da vicino tante famiglie, centinaia di bambini e tanti cittadini. È giusto e doveroso assumere una posizione di attenzione e ascolto. Mi sembra che il Sindaco si sia dimostrato disponibile a trovare una soluzione adeguata, per affrontare la questione nel miglior modo possibile. Da parte mia c’è la disponibilità massima a valutare e a prendere in considerazione tutte le alternative”.
Impegna il Sindaco e la Giunta

·         A sottoporre, entro 5 giorni,  alla Commissione 2 ( Assetto del Territorio e Lavori Pubblici) le eventuali proposte  per evitare la cessione dell’antistadio.

Si impegna, inoltre, il Presidente della commissione 2
·         A convocare una seduta della stessa, in rispetto del termine regolamentare di 5 giorni e non oltre, per le analisi delle proposte ricevute.

Flavio Nardi - Fabio Camiciottoli – Mauro Buffoni

Interrogazione: Gli albi delle associazioni oltre che una necessità statutaria un modo per valorizzare il nostro tessuto associativo


Premesso che all’articolo 9 dello Statuto Comunale si enuncia il principio che “il Comune riconosce il ruolo fondamentale, ai fini della gestione della Comunità Locale, degli Enti e delle associazioni portatori di interessi generali e diffusi che, senza fini di lucro, perseguono scopi scientifici, culturali di religione, di promozione economica,sociale e civile, di salvaguardia dell’ambiente culturale ed artistico e del territorio

Ritenuto condivisibile che il Comune debba sostenere le esperienze di volontariato dei cittadini e sensibilizzare la comunità cittadina verso le forme di volontariato no-profit.

Ricordato che presso il Comune dovrebbero essere istituiti, così come indicato dallo Statuto, degli albi delle associazioni  .

Ritenuto auspicabile, per il ruolo svolto nel tessuto sociale dalle associazioni, che vi sia un constante confronto con le articolazioni del Consiglio Comunale al fine di poter migliorare le forme di partecipazione e di permettere agli eletti di raccogliere, in maniera più efficace, le istanze e le esigenze provenienti dai cittadini. Il dialogo ed il confronto, inoltre, permettere all’organo deputato ad effettuare le scelte politiche e ad individuare le priorità da perseguire di poter  effettuare decisioni più consapevoli delle problematiche presenti e delle aspettative dei cittadini.

Rilevato inoltre che molte associazioni stanno svolgendo, per conto dell’amministrazione, importanti servizi nel campo culturale e sociale.

Osservato che nel sito web dell’Ente non si trova nessun tipo di albo delle associazioni.

Ritenuto opportuno e necessario, quale elemento di trasparenza, che nel sito internet del Comune di Montevarchi vi sia una specifica sezione, ben visibile dalla Home, in cui è riportato l’elenco completo delle associazioni comprensivo, oltre delle informazioni generiche, del nominativo del Presidente (comprensivo dei nominativi dell’organi direttivi), del numero dei soci e delle sue finalità. Si ritiene altresì che dovrebbe essere reso pubblico anche le risorse economiche ricevute dall’Amministrazione per l’espletamento delle attività
   
CHIEDO AL SINDACO E AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

  1. Di favorire, quale elemento di partecipazione, il dialogo e lo scambio d’informazioni tra le associazioni e il Consiglio Comunale
  2. Di avere a disposizione un elenco di tutte le associazioni cittadine comprensivo di presidente e missione sociale.

Chiedo infine al sindaco, per favorire la divulgazione delle associazioni e ottemperare all’articolo 10 dello Statuto Comunale, che nel nuovo sito vi sia, raggiungibile dalla Home, una specifica sezione contenente l’elenco completo delle associazioni comprensivo, oltre alle informazioni generiche, del nominativo del Presidente (inclusivo dei nominativi dell’organi direttivi), del numero dei soci, delle sue finalità e dalle risorse percepite dal comune per svolgere attività o servizi.

Fabio CAMICIOTTOLI


Lettera al Sindaco di Montevarchi sulla situazione di Villa Pettini


Egregio Sindaco,

dopo aver appreso la notizia che, il prossimo 30 giugno, l’attuale gestore della scuola materna di Villa Pettini (Cooperativa Maria Teresa Scrilli) sembrerebbe intenzionato a chiudere la sede scolastica, abbiamo sentito l’obbligo morale e il dovere civile di scriverLe sia per esprimere il nostro disappunto che per invitarLa ad attivarsi per salvare un’importante servizio presente all’interno del territorio comunale. Siamo convinti che vi siamo molti buoni e nobili motivi per giustificare l’esigenza di salvaguardare una scuola, quella di Villa Pettini, che da oltre 50 anni svolge, in modo professionale ed efficiente, un importante servizio. Secondo noi con la chiusura si rischia di perdere anche il ricordo di centinaia di bambini del Valdarno, adesso uomini e donne, e di decine di insegnanti e maestre che hanno lavorato con passione in questo asilo che oggi rappresenta un valore per il territorio e per tutti i cittadini una delle poche realtà private che ha svolto un indiscutibile servizio alla comunità ed alle famiglie del nostro Comune e di altri Comuni del Valdarno.
Inoltre siamo contrari alla chiusura perché, dal prossimo settembre, i bambini e le famiglie che attualmente frequentano la scuola si troverebbero senza questo servizio, con grossissime difficoltà di ricollocamento sia per i bambini sia per il personale docente. Difendere la scuola significa anche proteggere il posto di lavoro delle attuali insegnanti e una delle poche strutture che permette ai bambini di vivere a contatto con la natura dato che, i piccoli alunni, possono usufruire del parcogiardino della villa.
Infine ci battiamo per la permanenza della struttura perché vorremmo vedere rispettate le volontà testamentarie morali e sociali della signora Pettini, la quale voleva che venisse onorata la memoria del proprio figlio anche tramite l’apertura di una Scuola-Asilo.
Pur comprendendo che si parla di strutture e servizi svolti da privati Le chiediamo che, insieme alla sua Giunta, sostenga la difesa dell’asilo di Villa Pettini facendosi, con atti concreti, parte attiva nei confronti della Cooperativa e della Proprietà, verificando le motivazioni che hanno indotto alla chiusura della struttura e proponendo eventuali soluzioni che possano coinvolgere il Comitato Pro-Bimbi di Villa Pettini , ma anche l’amministrazione e la comunità tutta. La invitiamo non solo ad adoperarsi affinché favorisca il confronto e la mediazione tra la proprietà e il Comitato pro-bambini di Villa Pettini, ma anche a riferire al prossimo Consiglio Comunale le iniziative intraprese e quelle che intende intraprendere per la salvaguardia dell’asilo. Infine le chiediamo di poter, a livello istituzionale, incontrare le parti al fine di poter anche noi contribuire, per quanto in ns. potere, a favorire la risoluzione delle controversia.

Certi di un suo sollecito interessamento Le inviamo cordiali saluti.

Mauro BUFFONI – Fabio CAMICIOTTOLI – Flavio NARDI

mercoledì 20 febbraio 2013

Quale organizzazione sanitaria per il Valdarno...

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Rilevato che dal 1 gennaio 2013 vi è stato il passaggio di consegne tra il sindaco Sauro Testi di Bucine e Maurizio Viligiardi di San Giovanni per la presidenza della Conferenza zonale dei sindaci del Valdarno.
Ritenuto che il comune di Montevarchi dovesse, sia perché la legge attribuisce al comune può popoloso la funzione di capofila della conferenza zonale, sia perché all’interno del Comune di Montevarchi risiedono la maggior parte dei servizi socio assistenziali, esercitare le sue prerogative guidando la presidenza di tale conferenza.
Ricordato che il sottoscritto consigliere comunale fin dal primo intervento effettuato nel Consiglio Comunale d’insediamento ha dichiarato che il Comune di Montevarchi dovesse, non solo per il bene dei nostri concittadini ma direi di tutti quelli del Valdarno, esercitare un ruolo guida e più incisivo nella Vallata. Come prima iniziativa avrebbe dovuto attuare azioni più incisive e di guida nella Conferenza dei Sindaci.
Osservato che ci risulta che, purtroppo, il sindaco di Montevarchi non ha voluto esercitare quel ruolo che tra l’altro gli attribuisce la legge.
Ricordato che nei mesi scorsi, attraverso gli organi di stampa, era apparsa la notizia di un possibile taglio alla guardia chirurgica notturna in tutti gli ospedali della Asl8. Tale notizia scaturiva in seguito ai tavoli di lavoro promossi dalla Regione per comprimere le spese sanitarie con lo scopo di ridisegnare il Piano sociosanitario integrato regionale.
Riscontrato che nei giorni scorsi vi sia stata un’incontro tra i Sindaci della Vallata e il direttore generale della ASL 8 sul futuro del nostro presidio ospedaliero.
Auspicato che i sindaci del Valdarno Aretino e Fiorentino avviino un serio confronto affinché si possa mettere le basi di sinergie, tra le due ASL di riferimento, per mantenere servizi sanitari di eccellenza in una valle che conta circa 150.000 abitanti che sta diventando sempre più la periferia di Firenze e di Arezzo.
Evidenziato che è interesse di tutti, e non solo della Conferenza dei Sindaci, migliorare, vigilare e salvaguardare i servizi sanitari e sociali offerti agli abitanti di questa vallata.
Riscontrato che pur contribuendo con risorse proprie dei bilanci comunali al mantenimento dei servizi socio-assistenziali offerti tramite la conferenza dei sindaci ai consigli comunali non è data la possibilità di dibattere e confrontarsi sui servizi erogati

CHIEDO AL SINDACO ANCHE NELLA SUA QUALITA' DI COMPONENTE DELLA CONFERENZA DEI SINDACI


  1. Quali sono le motivazioni politiche che lo hanno condotto a non rivendicare il ruolo che per legge spetta al comune di Montevarchi.
  2. Se è possibile che avvenga taglio alla guardia chirurgica notturna annunciato nei mesi scorsi negli organi di stampa.
  3. Se vi è mai stato un confronto tra le Conferenze dei Sindaci delle due aree del Valdarno.
Chiedo infine al sindaco e al Presidente del Consiglio, anche in vista della prossima discussione del bilancio preventivo 2013, che si facciano carico di organizzare un consiglio comunale aperto con le relazioni del direttore generale della ASL 8 “Enrico Desideri” e del direttore del distretto Valdarno “Anna Domenichelli” per un’analisi quali-quantitava dei servizi erogati.

Fabio Camiciottoli



lunedì 14 gennaio 2013

Rifiuteria di CSA: Montevarchi paga più di altri.


IL CONSIGLIO COMUNALE DI MONTEVARCHI RIUNITO IN DATA 21 Dicembre 2012

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Oggetto: CSA – Perché Il comune deve concorre economicamente alla realizzazione della rifiuteria di Levanella? E' proprio una priorità?

Vista la delibera di giunta comunale numero 269 dello scorso 19 dicembre con cui è stato approvato, in linea economica, il progetto esecutivo denominato “adeguamento di un centro di raccolta dei rifiuti urbani, raccolti in modo differenziato, posto in località Levanella, nel comune di Montevarchi “, e già approvato in linea tecnica con deliberazione di giunta comunale n. 129 del 31 maggio 2012.

Ricordato che il centro di raccolta dei rifiuti urbani di Levanella è una struttura che dovrebbe servire non solo al comune di Montevarchi ma anche a quelli confinanti. Tale affermazione si evince tra l'altro dal piano industriale su cui è stata effettuata, dall'Ato Toscana Sud dei rifiuti, la gara di appalto per l'affidamento del servizio pubblico di gestione integrata dei rifiuti urbani di ambito per i comuni delle province di Arezzo, Siena e Grosseto.

Rilevato che il Comune con Delibera di Giunta 129 del 31 maggio 2012 ha approvato, in linea tecnica, il progetto esecutivo di CSA prima dell'approvazione da parte del Consiglio Comunale della modifica allo schema di convenzione, avvenuta con la Delibera del 24 luglio numero 67.

Ricordato che il Consiglio Comunale con la delibera 67 (votata dalla maggioranza) ha permesso, a differenza di quanto fatto per altri casi, alla CSA di realizzare solo parte della scheda norma con una semplice modifica dello schema di convenzione.

Riscontrato che nella delibera 67 del Consiglio Comunale non si è fatto mai riferimento al fatto che in data 31 maggio era stato approvato, dalla Giunta Comunale, il progetto esecutivo in linea tecnica.

Osservato che il comune di Montevarchi con la delibera di Giunta 269 si è impegnato a compartecipare alle spese per la realizzazione dell'infrastruttura per ben 86.502,45 euro mentre la CSA partecipa per euro 22.500,00 con la restante parte a carico Regione.

Rilevato che l'opera sembrerebbe nascere su una proprietà di CSA

Constatato che la Giunta intende reperire i fondi a scapito della sistemazione delle aree verdi e giardini che secondo il sottoscritto necessitano insieme alla manutenzione delle scuole, come più volte richiesto, di interventi straordinari e non procrastinabili. Tali risorse invece potevano essere impiegate oltre che per la manutenzione del Verde per quelle delle scuole come ad esempio per la scuola materna del Pestello e delle elementari di Levanella che hanno molti problemi.

Rilevato che nel piano degli investimenti e nel piano delle opere pubbliche non ho individuato tale opera.

CHIEDO AL SINDACO E ALL'ASSESSORE COMPETENTE (a risposta scritta)

1. I motivi per cui il Comune di Montevarchi debba concorrere economicamente alla realizzazione di un'opera infrastrutturale di questo tipo che tra l'altro sarà usufruita anche da altri comuni
2. Se ritenga congruo impegnarsi economicamente in assenza di una chiara volontà del Consiglio Comunale
3. Quali accordi il Comune ha intrapreso con CSA in merito alla gestione di tale impianto
4. Perché ritiene prioritario destinare risorse alla realizzazione dell'impianto e non alla manutenzione delle scuole, giardini e impianti sportivi.

Chiedo infine che venga effettuata quanto prima un'audizione al presidente di CSA che ricordo è espressione del Comune di Montevarchi e che in base al nostro regolamento sulle nomine negli enti dovrebbe collaborare con il Consiglio Comunale e l'Amministrazione

Fabio CAMICIOTTOLI

CSA e CSAImpianti: il consiglio comunale espropriato


IL CONSIGLIO COMUNALE DI MONTEVARCHI RIUNITO IN DATA 21 Dicembre 2012

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Oggetto: CSA e CSA Impianti scelte di fusione e costituzione di una nuova Società compiuta espropriando il Consiglio Comunale delle loro prerogative d'indirizzo e controllo

Visto che il Comune di Montevarchi, con il 12,03% detiene, dei soci di parte pubblica, la quota azionaria più rilevante della società Centro Servizio Ambiente che gli permette, tra l'altro, di esprimere il  presidente. 

Ricordato che il Comune di Montevarchi detiene anche il 4,05% delle quote societarie di CSA impianti. 

Riscontrato che le due società sono ritenute, per i servizi che svolgono, strategiche per il Comune di Montevarchi.

Osservato che il sindaco di Montevarchi, contestualmente all'atto di nomina del rappresentante del Comune all'interno del CdA di CSA, non ha impartito al nominato, come tra l'altro previsto dalla legge, specifici obiettivi da perseguire nel mandato.

Rilevato da alcuni organi di stampa che a seguito della gara, effettuata dall'ATO Toscana sud dei rifiuti, per l'affidamento del servizio pubblico di gestione integrata dei rifiuti urbani di ambito per i comuni delle province di Arezzo, Siena e Grosseto è stata costituita la società “Sei Toscana”. Tale società nasce dalla fusione delle attuali aziende che già operavano in questo campo (comprese CSA e CSAImpianti).

Visto che l' A.T.I. (Associazione Temporanea di Imprese) che si è aggiudicata la gara bandita dall'ATO Toscana sud era costituita da: Sienambiente con funzione di mandataria, l’aretina Aisa, Cooplat, Coseca, Unieco e la Castelnuovese. In tale raggruppamento di imprese vi sono presenti i soli soci privati di CSA e CSAImpianti e non le due partecipate dal nostro Comune.

Osservato, dal sito istituzionale della nuova società “http://www.seitoscana.it” che la nuova azienda è stata costituita nell'ottobre del 2012 e vi fanno parte tra l'altro, come soci, sia CSA e CSAImpianti che i soci privati delle stesse. Tale condizione fa sì che, nella nuova società, i soci privati di CSA e CSAImpianti (che ricordo detengono le quote di minoranza) abbiano un peso maggiore del socio pubblico in quanto detengono quote azionarie dirette e indirette. A parere del sottoscritto questa condizione oltre a diminuire, nella nuova società, il peso politico della parte pubblica di CSA e CSAImpianti potrebbe determinare possibili conflitti.

Visto il nostro regolamento per le nomine nel quale si enuncia l'obbligo del nominato di collaborare con il Consiglio Comunale e l'Amministrazione per favorire le azioni d'indirizzo e di controllo.

Ricordato che nell'interrogazione in merito alla modifica degli articoli 4, 19, 28 e 33 bis dello statuto di CSAImpianti che ampliavano gli scopi sociali, posta al sindaco dal sottoscritto in data 30 marzo 2012, chiedevo, tra i vari quesiti, che vi fosse un controllo più stretto e cogente sulle società partecipate legata al ciclo dei rifiuti.

Ricordato che a fronte delle numerose richieste del sottoscritto il Sindaco, pur condividendo l'esigenza e la necessità di analizzare con più attenzione l'andamento delle società partecipate ed il management, non ha mai dato seguito agli impegni dichiarati.

Registriamo che non è mai stato portato, all'attenzione del Consiglio Comunale, nessun atto o resoconto inerenti le due società.

Ricordo inoltre che il presidente di CSA non ha mai fornito, al sottoscritto, spiegazioni su alcuni capitoli di spesa.

Considerato che, pur avendo il Consiglio Comunale competenza d'indirizzo e controllo anche sulle società partecipate, all'attenzione dei Consiglieri Comunali non vi è stata portata né una nota né una relazione del Presidente di CSA (presidente espressione del Comune) e CSAImpianti né tanto meno una proposta di delibera d'indirizzo alla costituzione della nuova società.

CHIEDO AL SINDACO ANCHE NELLA SUA QUALITA' DI RAPPRESENTANTE DEL COMUNE NELL'ASSEMBLEA DEI SOCI

1. Per quali motivi, per una questione così rilevante non sia stato interessato il Consiglio Comunale.
2. Quali sono le strategie della nuova società e quali ripercussioni si possono avere, anche in termini di costi, per gli attuali servizi spazzatura e di raccolta rifiuti
3. Di avviare un serio confronto all'interno delle commissioni per attuare quelle forme d'indirizzo e controllo attualmente poco esercitate.

Chiedo infine se, per il Sindaco e Presidente del Consiglio, il comportamento attuato dal nominato dal Comune di Montevarchi in seno al CdA di CSA sia conforme al regolamento approvato da quest'aula.

Fabio CAMICIOTTOLI

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