Lunedì
sera il Consiglio Comunale ha confermato il piano di risanamento
elaborato dal CdA della Azienda Farmaceutica; una conferma data evidentemente
sulla fiducia, visto che, ad eccezione della riduzione di personale e
della conversione del leasing in mutuo, nessuno conosce i dettagli
operativi e le linee guida del piano, tanto è vero che alcuni Consiglieri di
maggioranza, per onestà intellettuale, si sono rifiutati di votarlo ritenendo
insufficienti gli elementi forniti dal CdA. Non vorremmo pensare che tale
documento non esista e che quindi le scelte attuali siano state improvvisate,
non studiate e figlie dell’esigenza del momento o peggio ancora di scelte
arbitrarie ed unilaterali del CdA.
A
tale proposito, quale elemento di trasparenza, il presidente del CdA dovrebbe
pubblicamente rispondere a questi quesiti, che saranno sicuramente presenti o
facilmente deducibili dal piano di risanamento elaborato dal CdA stesso:
- Dopo aver deciso di non rinnovare i
contratti a termine perché onerosi, riducendo di fatto il personale da 22
a 16 unità, il CdA ha puntato su nuove assunzioni per il progetto celiaci
che doveva far crescere il fatturato. Che risultati ha prodotto questa
decisione?
- Si ha un prospetto di vendite, con relativo
dettaglio costi/ricavi, del settore celiachia?
- Quali sono i rendimenti attesi, in termine
di utile operativo, dei vari punti vendita, previsti per l’anno in corso e
per l’anno 2014?
- Si conosce la serie storica dei costi
relativi all’acquisto del venduto, soprattutto per gli anni 2011, 2012 e
2013?
- Non è chiaro, dopo la recente riduzione del
personale, quale sarà il nuovo organigramma del personale. Saranno
confermati, o prorogati i contratti a tempo determinato? Sono previste
ulteriori riduzioni di personale o nuove assunzioni nei prossimi 12 mesi?
- E’ vero che nel 2012 il CdA aveva
consegnato alla Commissione Consiliare un prospetto di chiusura di bilancio
in attivo?
- Quali sono gli eventi che hanno determinato
invece una perdita di 95 mila euro?
- Quali azioni sono state intraprese per la
vendita dell’immobile ex sede della farmacia oltre all’apposizione di un
anonimo cartello “vendesi” sulla facciata?
- Pensate di rimodulare la determinazione del
canone di Servizio sull’esempio con cui è stato determinato dal Comune di
Terranuova?
- E’ vero che il passaggio da leasing a mutuo
del contratto per l’acquisto della nuova sede è costato più di 100.000
euro di penali? Che scadenza ha il mutuo?
- Con quali risorse si pensa di coprire le
perdite degli ultimi tre anni?
- E’ stata presa in considerazione la vendita
di una quota al Comune di Terranuova nell’ottica di pareggiare le perdite
pari a circa 450.000 euro?
- A quanto ammontano le
spese per le Consulenze esterne?
Noi
riteniamo che l’interesse dei cittadini sia tutelato da una farmacia comunale
pubblica che riesca a calmierare i prezzi, dare opportunità e agevolazioni alle
persone meno abbienti, effettuare servizi migliori da un punto di vista
quantitativo e qualitativo. In quest’ottica occorrerebbe che il CdA, oltre a
rispondere personalmente alle domande che abbiamo elencato, esponesse
pubblicamente o in sede istituzionale le politiche di risanamento adottate,
supportate dai numeri che aiutino a valutare il peso delle eventuali
migliorie introdotte. Vorremmo ricordare che le società partecipate non
sono un corpo estraneo all’Amministrazione: la Farmacia è un patrimonio del
Comune e di tutti i cittadini e la sua vita amministrativa e le linee strategiche
operative devono essere orientate alla massima trasparenza, perché
non è solo cosa della maggioranza, ma un bene comune che deve essere tutelato e
preservato con la massima attenzione.
Il gruppo
consiliare
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