Purtroppo
la sede del tribunale di Montevarchi è stata definitivamente chiusa ed a nulla
son valse le numerose proteste di sindaci ed esponenti politici locali.
Purtroppo anche la Regione Toscana, o meglio il Consiglio Regionale Toscano,
non ha ritenuto opportuno, a differenza di altre cinque Regioni, perseguire la
strada del referendum abrogativo della legge Severino confermando, di fatto, le
azioni intraprese da molti sindaci e, come nel caso del tribunale di
Montevarchi, anche di un Consigliere Regionale. Con la riforma in atto adesso
si profila anche la chiusura dei due uffici del Giudice di Pace presenti nel
Valdarno (ubicati a Montevarchi ed a San Giovanni) se il territorio non riesce,
mettendo da una parte i campanilismi, ad individuare un’unica sede e a
contribuire alla copertura delle spese di funzionamento.
Il
mantenimento in Valdarno di un presidio del Giudice di Pace deve essere un
obiettivo da perseguire perché sicuramente, nel prossimo futuro, a tali
istituti verranno attribuiti funzioni e compiti di primaria importanza tanto da
poter svolgere funzioni di “giustizia di prossimità”. Con questa consapevolezza
credo che i sindaci del Valdarno diano finalmente dimostrazione di collegialità
effettuando una scelta chiara e condivisa per non farsi trovare nuovamente
impreparati e per evitare di gridare in futuro allo scandalo. I sindaci del
Valdarno, facendo pure parte del medesimo partito che è a capo della provincia,
della regione e, seppur in coabitazione, del governo nazionale, riusciranno a
trovare una quadra mettendo da parte i campanilismi per accordarsi sulla scelta
migliore per la comunità valdarnese nel suo complesso?
Con
questa consapevolezza abbiamo presentato, al sindaco F.M. Grasso nello scorso
Consiglio del 30, un’interrogazione a risposta scritta alla quale speriamo
vivamente che il Sindaco non solo dia risposta ma persegua la salvaguardia di
un presidio del Giudice di Pace.
Siamo
certi che imporrà il tema ai suoi colleghi di partito e di amministrazione,
dato che nel Valdarno e nel Partito Democratico è un protagonista e non un
comprimario.
Fabio
Camiciottoli
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