Cambiare passo per
il bene di Montevarchi
“Sarebbe utile migliorare l’efficienza e la qualità del lavoro del
Consiglio comunale per rendere migliore anche il lavoro istituzionale della
Giunta che non brilla per efficacia e linearità. Per farlo ci vuole, intanto,
una Presidente del Consiglio forte, autorevole e consapevole del suo ruolo di
garante”. In vista del rinnovo della carica di vertice del parlamentino di
Montevarchi, previsto per la settimana prossima, il capogruppo dei Democratici e Progressisti Fabio
Camiciottoli fa il punto della situazione e lancia, a gruppi consiliari e
partiti, una proposta. “Nei due anni e mezzo trascorsi dall’insediamento del
nuovo Consiglio comunale si sono evidenziate forti criticità di gestione che
hanno reso difficili i rapporti tra maggioranza e minoranza e, soprattutto, resi
caotici i lavori. Criticità nella trasmissione degli atti, nella gestione del
loro iter e finanche nella loro sostanza. La legge affida al Consiglio il ruolo
d’indirizzo e di controllo sull’operato della Giunta. In questi anni è stato
difficile esercitare sia l’uno sia l’altro anche per la mancanza del garante.
Cogliamo allora l’occasione del rinnovo per cambiare passo a favore della
città”. Camiciottoli esclude in partenza che si possa arrivare a un vero e
proprio accordo istituzionale e al coinvolgimento diretto delle minoranze. “Non
chiediamo che il nuovo Presidente sia espressione delle minoranze ma siamo
disposti a votare a favore per un candidato di maggioranza che sappia svolgere
quel ruolo di garanzia che legge e ragione esigono. Montevarchi ha solo da
guadagnare da scelte che puntino a valorizzare sensibilità istituzionale,
competenze e passione”. Il capogruppo dei Democratici
e Progressisti non appare tuttavia ottimista sull’impatto della sua
proposta. “Abbiamo già avanzato la nostra idea ai gruppi consiliari di
maggioranza e anche ai partiti di riferimento e, al netto del riconoscimento di
esistenza del problema, non riusciamo a capire quali orientamenti intendano
assumere. Il tempo stringe e a tutti, a partire dal PD, sembra piacere
quell’arte del rimandare e non decidere. Proprio il PD, anzi, fra rinnovatori a
mezzo servizio e vestali dell’esistente, sembra il rebus più contorto”.
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